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Il nuovo Dpcm rivela i ritardi e gli errori durante l’estate del Covid

(Foto Angelo Carconi /LaPresse/Pool Ansa)
(Foto Angelo Carconi /LaPresse/Pool Ansa)
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  • Sembra di essere tornati ai mesi scorsi, stesso copione: conferenze stampa notturne, indiscrezioni, Dpcm che si susseguono, misure che si affastellano. In questi mesi si è perso tempo prezioso.
  • Non sono stati fatti i controlli che sarebbero serviti, non si è investito in un sistema di raccolta di dati, non solo per monitorare contagi e impatti sanitari, ma anche per disporre di evidenze su cui modellare norme adeguate.
  • Per la scuola si adotta una soluzione che andava previste sin dall’inizio; si incentiva di nuovo il lavoro a distanza, ma la digitalizzazione amministrativa andrebbe potenziata; tornano i contrasti tra sindaci e governo.

Sembra sia stato riavvolto il nastro, e le immagini dello stesso film ricominciano a scorrere. Prima un decreto-legge (125/2020) che anticipa un Dpcm, poi il Dpcm successivo (13/10), e ancora un Dpcm nuovo (18/10), mentre atti e disposizioni si affastellano, tra indiscrezioni e attesa della conferenza stampa notturna. Il copione è lo stesso, ma il virus non è più uno sconosciuto, come nei mesi scorsi. E gli scienziati avevano previsto la seconda ondata. Il fatto che a luglio fosse stato proro

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