- Sembra di essere tornati ai mesi scorsi, stesso copione: conferenze stampa notturne, indiscrezioni, Dpcm che si susseguono, misure che si affastellano. In questi mesi si è perso tempo prezioso.
- Non sono stati fatti i controlli che sarebbero serviti, non si è investito in un sistema di raccolta di dati, non solo per monitorare contagi e impatti sanitari, ma anche per disporre di evidenze su cui modellare norme adeguate.
- Per la scuola si adotta una soluzione che andava previste sin dall’inizio; si incentiva di nuovo il lavoro a distanza, ma la digitalizzazione amministrativa andrebbe potenziata; tornano i contrasti tra sindaci e governo.
Sembra sia stato riavvolto il nastro, e le immagini dello stesso film ricominciano a scorrere. Prima un decreto-legge (125/2020) che anticipa un Dpcm, poi il Dpcm successivo (13/10), e ancora un Dpcm nuovo (18/10), mentre atti e disposizioni si affastellano, tra indiscrezioni e attesa della conferenza stampa notturna. Il copione è lo stesso, ma il virus non è più uno sconosciuto, come nei mesi scorsi. E gli scienziati avevano previsto la seconda ondata. Il fatto che a luglio fosse stato proro


